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 & pagina web pubblicata il: 04/08/2009 nella categoria: Notizie da: InGranda

 
Impronte di dinosauro

    Eccezionale scoperta! Impronte di dinosauro sull’Altopiano della Gardetta

Eccezionale scoperta di NaturaOccitana!
Impronte di dinosauro sull’Altopiano della Gardetta

Impronte dinosauro 
Impronte di Ticinosuchus ferox

È ufficiale: le tracce ritrovate sulle rocce dell’Altopiano della Gardetta, in Valle Maira nel comune di Canosio, appartengono a un rettile di 245 milioni di anni fa! Per la precisione si tratta di un tipo di impronte riferibili al gruppo Chiroterium, ossia “mano di animale” per la loro somiglianza alle dita umane, le quali vengono attribuite a rettili antenati dei dinosauri chiamati Archosauria.

La traduzione del nome scientifico del superordine Archosauria ci fa capire di quale tipo di animali si trattasse: “lucertole dominatrici”. Il genere a cui appartengono le impronte è Ticinosuchus, ossia “coccodrillo del Ticino”, poiché i primi fossili di questo rettile sono stati rinvenuti sul Monte San Giorgio (Patrimonio Mondiale dell’Unesco), nel sud del Canton Ticino in Svizzera.

La specie più probabile a cui si possono riferire è ancora più esplicativa: Ticinosuchus ferox, che evidenzia come si trattasse di uno dei più importanti predatori carnivori attivi dell’ecosistema desertico-tropicale in cui viveva.

L’eccezionale scoperta risale all’estate del 2008, ad opera del prof. Michele Piazza dell’Università di Genova (Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse) e del geologo Enrico Collo di Dronero, il quale si laureò nel 1998 con una tesi sulla geologia dell’Altopiano della Gardetta. Grazie alla collaborazione con l’Università di Genova, dal 2001 l’Altopiano fa parte del censimento dei Patrimoni Geologici Italiani del già APAT, oggi ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Ogni anno in Valle Maira e alla Gardetta si svolge l’escursione geologica del corso di Sedimentologia e Stratigrafia, della durata di tre giorni: proprio durante i sopralluoghi del 2008 sono riemersi sulla superficie di uno strato roccioso quelle che sembravano delle impronte di dinosauro, preziosamente custodite nel sottosuolo per oltre 240 milioni di anni.

Prof. Michele Piazza e Prof. Heinz Furrer
Prof. Michele Piazza dell’Università di Genova e Prof. Heinz Furrer dell’Università di Zurigo (Foto Enrico Collo)

La cautela nella divulgazione di un tale ritrovamento è d’obbligo, per evitare bufale o falsi clamori. Nell’inverno scorso si è dunque provveduto a contattare i massimi esperti del settore a livello europeo, identificati nei ricercatori dell’Università di Zurigo in Svizzera: l’analisi fotografica ha fornito subito ottimi riscontri, ma era necessario un sopralluogo in loco per ufficializzare la scoperta. Ecco allora che dal 17 al 19 luglio 2009 è stato ospite del Comune di Canosio il prof. Heinz Furrer, che oltre all’attività accademica è curatore e ricercatore del Museo di Paleontologia di Zurigo, specialista in impronte di rettili.

La ricerca è andata oltre i risultati attesi: sulla lastra rocciosa si è trovata non un’unica impronta isolata, ma una vera passeggiata con probabili otto impronte, di cui tre si presentano in modo evidente.

“Si tratta con alta probabilità di un esemplare giovane di Ticinosuchus – afferma in buon italiano il prof. Heinz Furrer –. La grandezza e la distanza fra le varie impronte fa ipotizzare un individuo lungo un metro e mezzo (gli adulti arrivano fino a due metri e mezzo); il portamento da rettile emerge chiaramente dalla disposizione delle zampe nelle diverse impronte. In Svizzera abbiamo avuto la fortuna di ritrovare un esemplare completo di scheletro, che ci permette di entrare nel dettaglio su alcuni comportamenti dell’animale: i denti ci dicono che si trattava di un carnivoro; era dotato di una grossa testa, un corpo slanciato e muscoloso, con zampe snelle che gli permettevano di camminare sollevato senza strisciare il ventre al suolo; anche la coda allungata non era appoggiata al terreno durante la marcia”.

“Un’unica impronta sarebbe di difficile attribuzione – prosegue Heinz Furrer –, ma una serie ripetuta di passi non lascia dubbi”. Eseguite le misurazioni e i rilievi cartografici e fotografici, il prof. Furrer sta ora elaborando i dati e, in collaborazione con il prof. Michele Piazza e il contributo di Enrico Collo, si stanno redigendo gli articoli scientifici per segnalare e documentare il ritrovamento.

“Si tratta di una scoperta rilevante per il territorio locale: mentre in Svizzera abbiamo condizioni più favorevoli alla conservazione dei fossili mesozoici, questo mi risulta essere il primo caso di ritrovamento di tali impronte sulle Alpi Occidentali. Sarà ora importante procedere alla sensibilizzazione delle Amministrazioni per la tutela e la promozione del ritrovamento”: questo l’invito rivolto al sindaco di Canosio Roberto Colombero in un incontro al termine della campagna di ricerca.

Enrico Collo, Michele Piazza, Roberto Colombero, Heinz Furrer
Da sinistra: Enrico Collo, Michele Piazza, Roberto Colombero, Heinz Furrer

I primi risultati ufficiali sulle impronte di Ticinosuchus saranno presentati sabato 22 agosto alle ore 16 presso la Sala Polivalente di Marmora-Canosio (attigua al campeggio di tende indiane Lou Dahu), durante la presentazione al pubblico del progetto di Geologia e Turismo della Provincia di Cuneo “Panorami geologici nelle Valli del Monviso”. Tutti gli appuntamenti della manifestazione “La Gardetta delle Meraviglie” sul sito www.comune.canosio.cn.it

Enrico Collo (contatta l’autore)

La Gardetta delle Meraviglie

Tratto dal sito: www.naturaoccitana.com

Collegamento alla pagina: http://www.naturaoccitana.it/pagina.asp?id=535

 

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