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 & pagina web pubblicata il: 29/06/2006 nella categoria: Notizie da: InGranda

 
VENDEREMO CARA LA PELLE DELL’ORSO

    L’orso dei Pirenei si è estinto e sono stati reintrodotti orsi importati dalla Slovenia. Nell’occitana Val d’Aran e nei Pirenei dell’Occitania grande manifestazioni pro e contro la reintroduzione dell’orso lacerano il territorio

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2 ourses tuees. Reparation!”.

L’orso Pirenaico si è estinto, gli ultimi due esemplari sono stati uccisi dai cacciatori. Nel 2004 un accordo che prevedeva la reintroduzione di orsi nella zona pirenaica è stato firmato dagli organismi istituzionali territoriali competenti, con l’intento di riparare al danno provocato dall’uccisione degli ultimi due esemplari di femmine orse. Da tempo i piani di sviluppo del territorio considerano l’orso un’importante parte del patrimonio da salvare, si è beneficiato dei vantaggi turistici e di immagine indotta, oggi si ritiene dunque necessario che il territorio mantenga la sua parola nei confronti del “popolo dell’orso”. In Bearn ¾ della popolazione sono a favore della sua reintroduzione, si considera che la coabitazione tra l’orso e il pastori sia possibile, ma affinchè possa godere di un territorio di qualità nel quale vivere l’orso va reintrodotto su una zona pirenaica più ampia, quindi anche nelle zone dove si è estinto da più di 20 o 30 anni e qui si incontra una forte resistenza della popolazione alla sua reintroduzione. Nel mese di marzo del 2006 il Ministro dell’Ambiente ha annunciato la messa al largo di cinque orsi che arrivano dalla Slovenia, qualche giorno dopo a Tolosa si è tenuta una manifestazione di pastori e amministratori che sono contrari alla sua reintroduzione perchè dicono che l’orso è un danno per i greggi di pecore, sostengono che è impossibile che l’orso dimori nei luoghi in cui è stato messo al largo, che sconfinerà quindi in altri territori e chiedono agli enti che sono favorevoli alla reintroduzione dell’orso di costruire dei recinti per far si che le bestie non evadano dalle aree del territorio individuate. I difensori dell’orso chiedono che vengano reintrodotti almeno 15 esemplari perchè stimano che 5 animali non saranno sufficienti per ripopolare l’area e chiedono che vengano reintrodotti presto in modo che si possano adattare all’inverno. Il 15 aprile l’orso è stato reintrodotto nel territorio pirenaico tra gli applausi di coloro che sostengono che l’orso fa parte del patrimonio e dell’immagine dei Pirenei e tra le proteste di coloro che pensano che la sua presenza sia nociva all’uomo. La Val d’Aran, piccola valle pirenaica in Catalogna in cui si parla la lingua occitana è contraria alla reintroduzione dell’orso e si è organizzata per protestare. Nell’area pirenaica francese, nel Comune di Arbas, uno dei quattro che ha accettato di ospitare l’orso si è tenuta una violenta manifestazione di protesta anti orso. Partecipavano alla manifestazione diversi eletti del Partito Socialista e, in seguito a questo evento, il sindaco socialista del paese ha deciso di dimisissionare dal Partito. Uno degli argomenti a cui gli oppositori si appellano è che gli orsi sloveni  “non hanno nulla a che spartire  con gli orsi dei Pirenei, quegli orsi ancestrali che avevano paura delle persone e che attaccavano solo in un momento preciso dell’anno, prima dell’ibernazione”. Gli orsi sloveni hanno un comportomento che li porterà ad attaccare i greggi in qualsiasi momento dell’anno. Così l’orso viene a rappresentare una difficoltà in più per quel mestiere di pastore già così difficile nel mondo contemporaneo. Il Sindaco della Val d’Aran chiede una politica “non si tratta dunque di nogoziare indennizzi, così si esprime Carlos Barrera, quanto di aiutare quelli che lavorano nella montagna, piuttosto che metterci degli orsi“. Le manifestazioni di protesta sono ancora proseguite nella parte dei Pirenei francesi, a Banheras de Bigòrra lo slogan del “Sindicat des Proprietaires Forestieres des Hautes Pyrènees scandiva “L’orso o la foresta, bisogna scegliere!”, a Luishon per contro una grande manifesazione a favore dell’orso è stata organizzata il 3 giugno con lo slogan “i Pirenenchi con l’orso” Per la risoluzione del problema viene portato ad esempio il modello asturiano basato sul dialogo con la popolazione e una decisione finale presa dalla comunità autonoma del Principato delle Asturie. E’ chiaro che è la sola strada perseguibile ma non sempre il buon senso vince sulla voglia di convincere con la forza, soprattutto quando si tratta di territori marginali. Ed infine “los orsalhèrs son tornats”, sono tornati i domatori di orsi, mestiere tipico di quei luoghi, famosi in europa perchè facevano ballare l’orso. Ma al giorno d’oggi los orsalhèrs sono i media. La mediatizzazione dell’evento ha portato ad una caricatura dell’argomento con telecamere piazzate ovunque, centinaia di polizziotti mobilitati per una sola orsa, la povera orsa Paloma, catturata in Slovenia, portata in visione ai media avvolta in un telo ed addormentata. “Il rumore prodotto per quella bestia, dagli uni e dagli altri, fa pensare che l’idea di un animale che gioca tranquillamente il suo ruolo nell’equilibrio ecologico dei Pirenei sia ben lontano.dall’essere raggiunto” (La Setmana n. 559)

 

 

 

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